Quando ho conosciuto Marco era, letteralmente, ai miei piedi… steso per terra a fare foto.
Finalmente, mi son detto, un altro genitore che scatta foto ai figli che giocano… invece di stare ad urlare insulti agli avversari.
Io appresso al mio e lui appresso a Leo, abbiamo girato per qualche anno i campi del centro Italia, divertendoci e soffrendo con i nostri ragazzi.
Conoscendolo poi ho scoperto che la fotografia ed il basket non erano le sole cose in comune che avevamo. Con lui, più che di basket, parlavo di fantascienza, di arte, di design e di grafica, di musica e di tante cose. Era sempre una persona garbata, gentile, brillante e piacevole. Un forte abbraccio a Leo, a tutte le sue famiglie ed a tutti quelli che l’hanno conosciuto ed apprezzato.